Il miglior alleato del Covid è l’inquinamento

Un nuovo studio dimostra che l'incidenza delle Pm2.5 incrementa esponenzialmente la velocità del contagio

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Inquinamento atmosferico e densità abitativa sono stati un mix fatale per l’Italia in generale e la Lombardia in particolare. Lo dimostra un recente studio pubblicato dall’International Journal of Environmental Research and Public Health, una rivista scientifica ad accesso aperto pubblicata da MDP (ecco il link: https://www.mdpi.com/1660-4601/17/24/9318).

Partendo dall’incrocio dei dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, della Protezione Civile e dell’Istat, questo studio conferma quello che era ormai già noto. Ossia che gli effetti combinati di inquinanti come le PM2.5 e il biossido di azoto (due dei più diffusi inquinanti causati dall’inquinamento antropico) hanno facilitato la diffusione del virus. Fin qui nulla di nuovo, dunque.
Gruppi di ricerca italiani avevano già dimostrato che l’elevata mortalità registrata in Lombardia, è stata causata dalle elevate concentrazioni di agenti inquinanti nella regione più sviluppata d’italia. Senza contare poi il fattore democratico, visto che al primo gennaio del 2019, il 23% della popolazione italiana aveva più di 65 anni. Ed è un fatto che negli over settanta l’incidenza del contagio ha raggiunto vette mi viste in altre nazioni europee, ossia il 37,6% dei casi.

Tuttavia, fino ad ora abbiamo valutato per difetto il legame tra covid e microinquinanti. M procediamo con ordine: l’ultimo studio pubblicato dall’International Journal of Environmental Research and Public Health, parte dai dati dell’Agenzia Europea dell’ambiente sottolineando che la concentrazione media di Pm2.5 e biossido in Italia nel 2016 era pari a 16.84 µg/m3 (ossia microgrammo per ogni metro cubo), valore che arriva alla cifra di 26.10 nel 2020. Ecco perchè, dai dati incrociati, è emerso che la più bassa incidenza della pandemia è stata riscontrata a Palermo (3,98 casi ogni 10000 persone): cinquanta volte inferiore rispetto a quella riscontrata a Cremona, che ha registrato il record assoluto di incidenza del virus (187,02 per ogni 10mila persone).

Dunque, è possibile stabilire un legame diretto tra aumento degli inquinanti e incidenza del Covid: un µg/m3 (ossia microgrammo per ogni metro cubo) di Pm2.5 producono un incremento dell’incidenza del Covid di 1,56 ogni 10mila persone.

L’ultimo studio dell’International journal, tuttavia, considera anche gli effetti combinati di altri due fattori, l’incidenza degli over sessantacinque e la densità della popolazione: fattori esclusi negli studi precedenti.

In questo modo l’indice di diffusione del Covid aumenta esponenzialmente passando a 2,79 casi ogni 10mila persone per ogni µg/m3 di aria inquinata.
Dunque, con il nuovo indice propost0, l’incidenza del Covid raddoppia. E solo così si spiega il motivo per cui aree come Whuan o la Lombardia sono state le più devastate al mondo.

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