Il Progetto Idroelettrico “El Quimbo” prevede la costruzione di una diga principale di oltre 150 m di altezza e 645 m di larghezza, nonché di una diga secondaria di 66 m di altezza e 445 di larghezza. Per la realizzazione della diga, sarà necessario deviare il fiume Magdalena e procedere alla bonifica del territorio.
Il bacino artificiale della diga prevede l’inondazione di 8.300 ettari di terra produttiva, che il Governo ed ENEL non sanno come rimpiazzare, mancando terra disponibile per le circa 13 persone che perderanno casa, lavoro e sicurezza alimentare a causa del progetto, che peraltro è stato progettato in una delle regioni più fertili del paese.
Agli sfollati viene offerta una compensazione di circa 10 mila euro a famiglia, nonostante la legge colombiana preveda che le comunità colpite dai progetti debbano essere indennizzate con la terra. Tuttavia, gli sgomberi sono iniziati e le ruspe hanno distrutto le abitazioni ed i raccolti.
La follia del progetto, pagata a caro prezzo dalle comunità locali, sta nel fatto che l’elettricità prodotta non verrà distribuita a livello locale, e dunque non apporterà miglioramenti nella vita delle comunità, ma è destinata all’esportazione ed a coprire il fabbisogno energetico delle miniere di oro e carbone presenti in Colombia.
Dopo una serie di incontri con le associazioni ed i legali colombiani, le comunità hanno deciso di non aprire il contenzioso in Italia, e di focalizzarsi nelle battaglie legali dinanzi ai Tribunali colombiani.